ARCHITETTURA E NATURA A CONFRONTO : IMPRINTING
Pensando all’ Imprinting e l’accezione data dal professore è difficile immaginare un luogo o un paesaggio, ben più facile ricordarne uno importante per me che diciamo rimane tutt’ora nel mio cuore e nella mia testa;
Si tratta di un paesino in provincia di Rieti situato al confine con l’Abbruzzo.
E’ il paese dei miei nonni paterni, è un luogo di riferimento per me e nel suo
“piccolo” è la dimostrazione di come attraverso gli spazi e le disposizioni ivi presenti, si risolvono temi in architettura quali i dislivelli e il paesaggio naturale controllando sicuramente la sezione; e temi più spostati verso il sociale come l’aggregazione, la condivisione e il benessere che danno questi luoghi.
Benessere si, a solo un’ora di macchina da Roma, dal caos della nostra metropoli forsennata e i ritmi insostenibili il tempo si ferma a Castelluccio.
così si chiama Castelluccio.
Il nome è legato ad una fortezzamedievale che sorgeva sulla montagna e faceva da fondale al paese, oggetto delle scampagnate con i miei amici;
la via d’accesso al centro abitato è una e collega solo un altro paese sulla stessa traiettoria, fino a perdersi nei campi coltivati e nella “macchia”(cosi si definisce il bosco selvaggio).
Il Paesaggio è naturalmente di montagna, siamo oltre gli 800 metri dal livello del mare e l’elemento che dopo il verde la fa da padrone è la Roccia.
Sin da piccoli approcciavamo con la roccia io ed i miei amici, crescendo abbiamo solo di poco accorciato le distanze tra noi e la grande montagna che sovrasta il paese, e che fa un po' da padre a questo luogo sperduto e quasi disabitato.
Voglio parlare di Castelluccio sia come mio imprinting primordiale, sia sotto forma di denuncia, perché è uno dei luoghi destinati a sparire, basta vedere dove siamo proiettati noi come società e come comunità attraverso il progresso tecnologico e le politiche consumistiche che portiamo avanti tutti i giorni.
Il futuro sembra non lasciare spazio per posti come questo, perciò il mio augurio è quello di poter realizzare qualcosa di indelebile per il mio paese: riportare la vita in questi centri e tornare ad apprezzare le cose piccole e semplici.
La parte più importante di questo luogo è senz’altro la piazza, il luogo dello scambio, proprio come le agorà al tempo dei greci;
naturalmente non è niente di progettato si tratta dello spazio in cui si incontrano tutte le strade che portano alle varie abitazioni, creando una maglia radiale.
se dovessimo classificarlo in termini urbanistici parleremo più propriamente di nodo. Nella piazza si succedono eventi di ogni tipo:
i bambini che giocano a pallone, gli anziani che giocano a carte, le botteghe al di sotto delle abitazioni offrono le merci e i trattori che fanno da sottofondo
è un luogo magico.
In relazione al progetto che ci apprestiamo a presentare per il laboratorio mi rendo conto di come il mio luogo dell’imprinting sia questo sopradescritto, e di come tutto ciò che mi ha trasmesso negli anni mi abbia portato subconsciamente a scegliere l’unica area che contiene tutti gli elementi presenti anche a Castelluccio, vale a dire:
la roccia, il verde e l’acqua ed unirlo in un legame sinergico tra tutti gli elementi al tema dell’arrampicata.
Sforzandomi posso dire con certezza che anche l’arrampicata ha suscitato in me un ritorno all’infanzia, in un certo senso una sorta di “imprinting invisibile”, dato che non la pratico come sport. al di la di questo mi è sempre piaciuto arrampicarmi sui muri, cancelli non so perché forse per vedere cosa cè oltre, forse per la mia curiosità, o semplicemente perché avevamo smarrito il pallone( nella maggior parte dei casi ).
Tornando al progetto
Ripensare un’ambiente di città che però mi dia l’impressione di non trovarmi a Roma per me è fondamentale, la percezione all’interno ed all’esterno dell’edificio dello spazio circostanze deve essere totalmente differente in modo da favorire il fenomeno di perdizione ed ancora giocare sulla dimensione verticale permette AL VISITATORE di vedere il contesto del fiume Aniene da una prospettiva diversa, sviluppare la curiosità nei bambini ad andare “oltre” , motivare i scalatori esperti a superare i propri limiti.
“ Ci si arrampica per iniziare a camminare, per conoscere, salendo sui letti, mobili, alberi. Ci si arrampicava, prima che nascessero le palestre artificiali, sui muri ”
N°3 di tavole
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